Ercole Gigante

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Ercole Gigante (Napoli 1815 - 1860) è stato un pittore del XIX secolo. La sua formazione avvenne in ambito familiare: infatti come i fratelli i primi elementi di pittura li apprese dal padre Gaetano, poi continuò la sua istruzione con il fratello maggiore Giacinto, del quale fu fedele seguace per tutta la sua carriera. Anch'egli fu, come il fratello, amico di Achille Vianelli ed intraprese con lui vari viaggi di studio nei territori del Regno: uno nel 1838 che li portò in Irpinia, in Puglia e in Basilicata, alla ricerca di paesaggi nuovi da ritrarre, che sono ravvisabili in disegni a seppia eseguiti dal vero. Importante fu un loro viaggio di istruzione a Parigi, che trova conferma nella biografia Vianelli. L'amicizia con quest'ultimo è anche documentata da un suo disegno l'Osteria degli artisti a Baia (Roma, Gabinetto Nazionale delle Stampe), in cui Ercole è raffigurato con amici comuni, in atteggiamento conviviale. La sua produzione è caratterizzata da un costante richiamo alle opere del fratello Giacinto, trattate con un tono maggiormente scenografico: recupera i modelli tipici della scuola di Posillipo, senza grandi colpi di creatività, anzi rendendo in molti dipinti redazioni di formato contenuto, e quindi anche più commerciali, di opere eseguite dal fratello. Poche sue tele sono conservate in collezioni pubbliche, si ricordano La valle dei mulini ad Amalfi (1851) e una Porta Capuana (1855) al Museo di San Martino di Napoli. Una cospicua parte dei suoi disegni è andata a convergere, con quelli del fratello Giacinto, in due donazioni private napoletane, la collezione Ferrara-Dentice (ora Napoli, Museo di San Martino) e la collezione Astarita (Napoli, Museo di Capodimonte).

FONTE: L'Ottocento Napoletano dalla veduta alla trasfigurazione del vero

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